Queste due colonne che delimitano questa porta sono per moltissimi di noi un vero disastro. ci troviamo, infatti, incastrati, fra due incertezze: l’incertezza del futuro, ma anche l’incertezza dei giudizi.
Tutti sappiamo che le persone la pensano diversamente l’uno dall’altro, tutti sappiamo che la stessa persona può facilmente cambiare giudizio su di noi o sulla nostra condotta, ma quanti di noi, dando per scontato questo, si comportano di conseguena?
Quale è il comportamento conseguenziale corretto?
La risposta logica e ovvia è, dato che tutto è incerto giudizi e futuro, faccio o agisco come mi sembra opportuno e lascio libere le persone di odiarmi.
Purtroppo non abbiamo alternative, ma, a dispetto della logica, prima di accingerci a passare questa soglia, se ci lasciamo prendere dalla tentazione di attraversarla con in tasca qualche certezza, si cade inevitabilmente negli affanni emotivi o mettiamo in campo tutta una serie di comportamenti di dilazione: ” lo farò quando sono più tranquillo, oggi non me la sento oppure “ma la cosa non è, a ripensarci, tanto importante , ecc fino a immobilizzarci, fino a rifiutare lavori o esami che si desiderava fare , mettendo in campo scuse” banali”..
Questi brevi accenni, ci aprono uno scenario di situazioni, che noi tutti conosciamo, per esperienza diretta o per esperienza indiretta, avendo ben presenti le razionalizzazioni, le giustificazioni, le strategie di qualche amico, conoscente o collega di lavoro.
Anche su questa porta mi sono confrontato coi miei pazienti o con le persone che conosco, e anche su questa porta e sul modo in cui la attraversano, la evitano del tutto, o ci rimangono impigliati come pesci in una rete, e proprio come pesci più si agitano più si impigliano, possiamo distinguere le persone in tre gruppi.
1°) persone che, come me attraversano la soglia dicendo: “agirò cercando di essere apprezzato pur sapendo che posso essere disprezzatto” o nella versione più sofisticata “faccio quello che ritengo opportuno e lascio libere le persone di odiarmi”
2°) persone che si preparano, come fa uno studente che vuol superare un esame, cercando di mettere in campo un comportamento “sicuro e garantito” e prima di attraversare vagliano questo comportamento cercando in esso la garanzia di una traversata sicura. Tutti quelli che fanno così, fin quando l’attraversamento della soglia è lontana vivono uno stato di ansia- tensione in qualche modo “benefico” , perchè sono concentrati, attenti e sono anche felici ed orgogliosi di quello che fanno…ma più si avvicina il momento della traversata e più cominciano ad essere irrequieti, non si concentrano..più, la “preparazione” non si fa scorrevole e l’ansia – tensione si trasforma in veri e propri attacchi di panico. Quando si cade in preda al panico, il pnico stesso, grazie alla interpretazione del panico=malattia, diventa un’ottima scusa per non attraversare la soglia. Questa soluzione attenua gli affanni emotivi, ma lascia l’amaro in bocca
Se mi confronto o confronto altri che per esempio difronte a un esame , non scatenano panico e non rinunciano, noto che la differenza consiste in questa frase: “bene più di così non posso fare….o la va o la spacca” o in una “filosofia “più generica, astratta e sofisticata che dice:” dato che tutto è incerto non ci rimane che provare a superare l’esame o a cercare di essere approvati pur sapendo che può andare alla rovescio”
3°) persone, che hanno rinunciato ad attraversare la soglia, dando per scontato che andrà male…..fra queste persone ci sono “rinunciatari “felici” e rinunciatari “infelici”.
I rinunciatar “felici” sono coloro che dando per scontato che va male rinunciano alla realizzazione di ciò che desiderano e si limitano a vivere con quello che hanno e con ciò che è possibile.
I “rinunciatari “infelici”, sono coloro che danno per scontato che va male ..”ob torto collo rinunciano” e gli rimane l’amaro in bocca,,,continuano a sperarare di cambiare…non organizzano la vita facendo con quello che hanno e con quello che possono. IO NON AUGURO A NESSUNO DI CADERE IN QUESTA PSICOTRAPPOLA
Le persone intrappolate su questa porta ,in una parola, hanno appreso dal passato ad essere prudenti, le persone non intrappolate hannno appreso a rischiare
Le teorie psicanalitiche dell’inconscio o il credere che ci sia un inconsco, come la teoria diffusa o data per scontata che le emozioni non hanno niente a che vedere coi pensieri costituiscono un serio ostacolo sia per chi aiuta sia per chi vuole uscire da questa maledetta psicotrappola di voler cercare con tutte le nostre forze che le persone dicano bene di noi ( desiderio più che legittimo) cercando un comportamento- mezzo garantito che ci faccia avere benedizioni evitando , in modo garantito le maledizioni.
Cari lettori , non scoraggiatevi, volere benedizione al netto delle maledizioni e con garanzia è possibile ma solo ad una condizione,( la stessa che ci consente di superare le due precedenti porte), solo se , inchinandoci alla logica, accettiamo che abbiamo una sola alternativa : provare a cercare che le persone dicano bene di noi pur sapendo che potranno anche dire male di noi” o , in maniera più sintetica ” faccio ciò che mi appare degno di benedizioni lasciando libere le persone di odiarmi”
ORA UNA PICCOLA SINTESI:
1° porta LA VITA E LA MORTE incertezza del futuro…parola d’ordine per attraversarla “cerco di vivere come se fossi eterno pur sapendo di morire”
2° portta DEL BENE E DEL MALE….incertezza del futuro…parola d’ordine per attraversarla : cerco di fare cio che mi sembra bene pur sapendo che posso fare male”
3° porta DELLE MALEDIZIONE E DELLE BENEDIZIONI……incertezza del future e dei giudizi..parola d’ordine per attraversarla : ” agirò in modo da avere consenso( benedizioni) lasciando libere le persone i odiarmi o” pur sapendo che posso non averlo”