Le colonne del bene e del male, come l’albero del bene e del male, che delimitano la soglia di questa porta, ci invitano ad un passaggio apparentemente invitante e facile, infatti ci mettiamo un decimo di secondo per stabilire ciò che è bene e ciò che è male, un decimo di secondo per scegliere ciò che è bene per noi . ma al terzo decimo di secondo appare il guardiano della soglia:L’INCERTEZZA CERTA delle cose future, che ci sbarra la strada e ci intima di pronunciare la” parola”d’ordine per lasciarci passare ….Ho notato, nella mia lunga pratica terapeutica, che chi conosce questa parola d’ordine ha successo e soprattutto non scatena affanni emotivi e gode di buona salute, chi non conosce questa parola non attraversa la soglia e presenta una serie infinita di insuccessi, di tormenti, affanni e malattie.
Usciamo dalla metafora e vediamo di che cosa si tratta in concreto: il quato decimo di secondo è quello che fa la differenza fra le persone , rifuggendo dalle definizioni psichiatriche o psicologiche, possiamo distiguere le persone in due grandi gruppi.
!) persone che non soffrono di distrurbi emotivi
2) persone che soffrono di disturvbi emotivi
Facciamo una piccola prova per vedere a quale categoria apparteniamo o rischiamo di appartenere:
tutti abbiamo detto che scegliamo il bene, tutti sappiamo che il futuro è incerto, ma io che non soffro di disturbi emotivi , prima di attravesare la soglia dico:” provo a fare quello che mi sembra giusto e se non va, aggiusterò, Roma non si fece in un giorno” questa è la mia parola d’ordine, io agisco rapidamente e non scateno ansie , panico, eccetera.
In treant’anni di terapia , ho notato che nessuno dei miei pazienti usava una simile parola d’ordine…ma il loro colloquio interno o palese era .” e se poi mi succede che non ci riesco, se poi mi dice di no. se poi prendo quattro ecc
LA PAROLA D’ORDINE DI CHI SOFFRE DI DISTURBI EMOTIVI e spesso vive nell’inerzia è SE POI, in altri termini i miei pazienti, cercano , paradossalmente, pur sapendo che tutto è incerto, di scegliere una via, un mezzo che garantisca il risultato…..il guardiano della soglia è implacabile non li lascia passare e li lascia marcicere sulla soglia del regno dela vita piena.
Partendo da questa riflessione la terapia consiste quindi nell’insegnare al paziente la parola d’ordine adeguata.
Q UESTA terapia messa così sembra semplicistica, ma cari pazienti o teorici che ritenete che ciò che è complicato è vero ed efficace, non disperate sarete accontentati
Questa terapia può risultare velocissima e semplicissima per alcuni, gli si indica la parola d’ordine la pronunciano quando si presenta il guardiano..e il gioco è fatto, e in alcuni rari casi la mia terapia è stata un dare informazioni corrette circa la “parola”, in altre situazioni ho sudato le proverbiali sette camicie per fare sì che questa informazioni divenisse vera per il paziente al punto da pronunciare dentro di se con sincerità questa parola …
Quando il cambiamento è stato facile ho notato che il paziente che avevo davanti, in mille altre situazioni simili che riguardavano il futuro, aveva pronunciato parole d’ordine simili alla mia, ma in quella determinata circostanza ,avendo valutato come terribilmente importante e irrinunciabile il bene che cercava, non gli sembrava logico dire faccio e poi sto a vedere. Sembra strano ma quando noi umani valutiamo un bene come importante, indispensabile e irrinunciabile per la nostra vita, l’incertezza certa del futuro si fa talmente minacciosa da farci perde il lume della logica.
Quale logica? io dico che questa cosa è un bene importante, indispensabile, irrinunciabile, ma tutto è incerto ..e allora? Se usiamo la logica dovremmo dire: dato che tutto è incerto possiamo solo provarci e dove arriviamo mettiamo punto o anche:”” o la va o la spacca…..ma il nostro bene è indispensabile…..ecco l’origine, il pozzo del conflitto, il nodo che rischia di aggrovigliarsi sempre più scatenando tutti gli affanni emotivi che l’uomo è capace di produrre e sopportare.Alla luce di queste brevi osservazioni, va delineandosi un approccio terapeutico del tutto nuovo, non è vero?è una terapia finalizzata a sciogliere questo nodo
Questo nodo in alcune situazioni si scioglie facilmente, basta l’informazione sulla parola d’ordine corretta, ma ciò che è semplice poi tanto semplice non è, se , tonando a hegel diciamo:” ciò che è reale è razionale”, e ci chiediamo:” quale è la buona ragione per cui questo nodo si è sciolto?”, ci rendiamo conto che il nostro paziente “miracolato”aveva dimostrato di essere abituato a rischiare dinanzi alle incertezze ed aveva porole o dialogo interno simile a chi dice:” proviamo e poi staremo a vedere” o “non possiamo fasciarci la testa prima di rompercela.”
Quando incontriamo pazienti che ci fanno sudare le famose sette camice, ci rendiamo conto che sono persone che,anche per le piccole cose,anche per ciò che per loro stessi non ha un grande rilievo,….quando debbono scegliere una soluzione anticipatoria rispetto a ciò che deve accadere…entrano in un conflitto illogico e logico insieme..e sono capaci di scatenare un inferno emotivo o di perdersi in un bicchiere d’acqua.
Il conflitto è logico se partiamo dall’idea e dall’abitudine a fare scelte certe concentrandoci sul problema sviscerandolo nei dettagli alla ricerca, per ogni dettaglio,di una soluzione adeguata, tentativo logico e utile se IL PROBLEMA È DAVANTI A NOI PRESENTE,ma il problema che vogliamo evitare non c’è ancora ed è solo IPOTETICO, allora occuparsi ed essere attenti ad un problema che ancora non c’è è terribilmente illogico. Una TERAPIA,nuova mette a fuoco le radici logche e illogiche del conflitto e prova a sciogliere il nodo con questa chiave, se il nodo non si scioglie l’analisi va alla ricerca di abitudini a pensare, credenze che riguardano sprattutto le strutture della nostra mente e incosapevoli libretti di guida della nostra macchina mentale, che gli adulti si sono prodigati a consegnarci e a farci studiare.
La terapia nuova ritiene che le disavventure della vita , i traumi di freudiana memoria hanno contribuito ad insegnarci strategie apparentemente logiche di soluzioni dei problemi, ma che risultano inadeguate quanto vogliamo sciogliere il nodo dell’incertezza certa del futuro; le suddette disavventure, ecc, hanno contribuito a crearci certezze su come sono fatte le nostre strutture mentali , cosa sono in grado di fare e come vanno usate per raggiungere con certezza i nostri scopi , malgrato l’incertezza del futuro.
L’arduo compito della terapia nuova sarà quindi di mettere in discussione, insinuare il dubbio su apprendimenti appresi e dati per scontati , ristrutturare gli apprendimenti ristrutturabili e informare e formare lungo una strada che può essere breve o lunga, (mai eterna come nella psicanalisi) lastricata di esempi primo fra tutti (infatti va al cuore del nodo) l’esperienza ipnotica, che oltre ad avere la capacità di sciogliere nodi marginali , ha la capacità di offrire nuove informazioni sulle strutture della mente e mentre offere informazioni sul loro uso forma i pazienti al loro uso corretto, l’ambizione della nuova terapia è fornire al paziente una nuova patente di guida che gli garantisce di andare dove vuole e lo rende libero di percorrere qualunque via ponendosi qualunque meta.
letto, pensare come un nodo possa cambiare la vita ..!!!!
Qualcuno mi può fare screenshot?
La Pina scusa se rompo
Io sono libero di pensare, dire e fare tutto quello che voglio.
La mia libertà sarà tanto reale quanto più sono disposto a concedere la medesima totale libertà agli altri e agli eventi.
(Per cortesia mi dica che ho centrato… altrimenti ci riproverò).
prima va messa l’applicazione “lascio libero il mondo di odiarmi o sono creta in mano alla vita,,e per effetto collaterare sarò libero Dopo posso anche affermare di essere libero e rafforzerò questa mia libertà se non dimenticherò di lasciare gli altri liberi di odiarmi e lascerò la vita intera di plasmarmi come vuole…..APPARENTEMENTE è illogico ..in realtà è terribilmente LOGICO
Ancora una volta Grazie!
Dott. mi scusi………. e lasciero’ la vita intera di plasmarmi come vuole…… ma non dovrebbe essere il contrario?Cioe’ , non dovremmo essere noi stessi a plasmare la nostra vita attraverso i pensieri , interpretando le emozioni e spostare la nostra attenzione su cio’ che piu’ ci e’ congeniale?