Abbiamo affermato che il quarto passo è il passo che decide se raggiungiamo la meta o no..ed abbiamo subordinato ogni nostro successo al fatto che la funzione valutativa, dopo aver fatto la sua scelta, vada in of, abbiamo affermato che coloro che hanno appreso il coraggio hanno una marcia in più per mandare in off la funzione valutativa.
Adesso voglio mettere in evidenza che , a volte, non basta il coraggio per avere successo, ma ci sono situazioni che malgrado il coraggio o grazie al coraggio non ci portano al successo…
QUANDO MALGRADO IL CORAGGIO, ci becchiamo un insuccesso è il momento di un’analisi , non quella di tipo analitico che va a caccia di traumi, ma una analisi spietata che va a caccia di quelle credenze o idoli che agiscono nei confronti della mente arcaica come ipnotisti occulti: la comandano
Noi non nasciamo liberi, l’idea di essere liberi e liberi di scegliere è un esempio di quelle credenze o idoli che possono comandare la nostra mente arcaica e guidare la nostra vita
Sarebbe interessante esaminare l’effetto sulla nostra vita di questa credenza, ma sarebbe troppo lungo…un piccolo accenno però lo ritengo esemplare: se chiediamo a nostro marito o nosta moglie di fare una cosa e non abbiamo risposta positiva, noi cominciamo a pensare che il nostro partner non ci ama o ce l’ha con noi per qualche ragione, se, diversamente, chiediamo ad un cane di darci una zampa, a nessuno viene in mente che il cane ce l’ha con noi, ma se proprio vogliamo che alzi quella zampa, ci armiamo di santa pazienza e lo addestriamo; da che deriva questa differenza di comportamento? dalla credenza che il cane, poverino non capisce e non è libero, l’uomo , dato che diamo per scontato che capisce ed è libero di scegliere, quale può essere la ragione di un rifiuto.? minimo la cativa volontà nei nostri confronti…..quindi ci verrà di adirarci, di intristire ecc per un rifiuto…mentre il rifiuto del cane ci provoca pazienza….vi invito un pò a riflettere su queste differenze.
BENE tenedo conto dell’esempio che spero esaustivo, diventa comprensibile il mio porre in primo piano una analisi spietata delle credenze o idoli che all’insaputa della funzione valutativa e con la complicità della funzione valutativa possono spingerci al di la delle nostre intezioni consapevoli, verso l’insuccesso o a non centrare l’obbiettivo.
CHI mi legge forse si rende conto che sto ponendo le basi di un tipo di analisi che non ha niente a che vedere con l’anali di tipo freudiano o junghiana, alla caccia di traumi da rendere consapevoli, il passato influisce sulla nostra vita perchè ci dona l’apprendimento della prudenza e del coraggio e ci fa apprendere anche ciò che è vero e ciò che è falso( le cosiddette certezze o idoli) che non sono inconsapevoli ma velati e questo velo è frutto di un subdolo apprendimento che riguarda i nostri processi cognitivi: noi tutti abbiamo una credenza che riguarda il funzionamento della mente, per es i professori che danno i compiti per le vacanze danno per scontato che la mente funzioni come un muscolo..che va tenuto sotto allenamento, quelli che si oppongono a questo e non hanno la meglio, si oppongono perchè intuiscono vagamente che la mente funzioni diversamente…ma non avendo qualcosa di certo o di scontato soccombono o lasciano spazio a chi è più determinato perchè parte da una certezza.
Senza volerlo, ho fatto un esempio,straordinario, di come alcune certezze( non “vere”) ci possono dare successo ma possono arrecare danni…. e alcune intuizioni ( vere” ma che non riteniamo certe) possono portarci all’insuccesso
L’esperienza ipnotica ci potra alla conclusione certa che I FENOMENI IPNOTICI, COME LA REALIZZAZIONE DI QUALUNQUE PROGETTO, PASSA TRAMITE L’ALTERNAZA ( OFF-ON) FRA LA FUNZIONE VALUTATIVA E QUELLA ARCAICA ESECUTIVA, se non avviene nessun fenomeno ipnotico e non si realizza nessun progetto la causa va ricercata in primis in questa non avvenuta alternanza e in seconda instanza nelle insidiose certezze che albergano in modo velato nella funzione valutativa e agiscono come centri di comando automatici.
Come si svolge questa analisi? ci sono due leve che possono aiutarci, 1)l’attenzione dell’analista alle emozioni del proprio interlocutore..le emozioni sono segnalatori di pensieri e i pensieri hanno come presupposti le certezze o le ovvieta;2) l’altra leva è l’attenzione dell’analista alle finalità di un comportamento….questa attenzione scaturisce in automatico se nell’ascoltare il racconto partiamo dal presupposto che ciò che è reale ha una sua ragion d’essere.( non volendo ci stiamo riferendo ai presupposti che debbono guidare anche uno psicoterapeuta efficace..ma ciò può riguardare la formazione di uno psicoterapeuta), questo tipo di attenzione è in grado di aiutare il terapeuta e l’interlocutore a una analisi proficua delle certezze velate ed evita di porre il terapeuta nella posizione del giudice; come? CIO CHE È REALE E RAZIONALE……TUTTO QUELLO CHE FAI HA UNA SUA RAGIONE… SEI DISPOSTO A SCOPRIRE INSIEME a me LA BUONA RAGIONE DI CIÒ CHE FAI O CHE TI ACCADE?non stiamo facendo diagnosi ,non stiamo definendo il comportamento, stiamo cercando le buone ragioni di quel comportamento ed è implicito in questa ricerca delle buone ragioni che il terapeuta pensa che l’uomo non nasce libero ma lo diventa anche grazie a questa analisi che ha come fine ultimo l’autoconsapevolezza dei processi cognitivi.
Grazie Colaianni Amico mi manca tanto non venire da te abbraccio